Tappa obbligata nel lungo itinerario di visita ai Musei Vaticani, la Pinacoteca Vaticana è uno dei maggiori poli museali per lo studio della pittura italiana, dai cosiddetti “primitivi” (fra il XII e il XIV secolo) fino all'Ottocento. La sua storia, inizialmente sfortunata, prende il via nel 1790 su impulso di papa Pio VI, che fece riunire un cospicuo numero di opere, per lo più a soggetto sacro, provenienti da diversi palazzi pontifici. Ma solo sette anni più tardi il Trattato di Tolentino sanciva il passaggio dei capolavori più importanti in Francia. Alla caduta di Napoleone, dopo il Congresso di Vienna, una parte dell'inestimabile patrimonio sottratto all'Italia nel periodo napoleonico (77 tele) fece ritorno in Vaticano, anche in virtù degli sforzi dello scultore Antonio Canova. La moderna Pinacoteca Vaticana nacque più di cento anni dopo, nel 1932, con l'inaugurazione dell'edificio appositamente costruito dall'architetto Luca Beltrami, su commissione di Pio XI, nel Giardino Quadrato ottocentesco. Il patrimonio del museo si è notevolmente arricchito nell'arco degli ultimi due secoli, attraverso donazioni e acquisizioni, ed è attualmente quantificabile in quasi 500 opere. I dipinti sono disposti nelle 18 sale della pinacoteca secondo un criterio cronologico. Si comincia quindi dalle tavole di maestri quali Gentile da Fabriano (Storie di San Nicola di Bari), Simone Martini (Redentore benedicente), Bernardo Daddi (Martirio di Santo Stefano), Pietro Lorenzetti (Cristo davanti a Pilato), Lorenzo Monaco, Sano di Pietro, Sassetta. Al centro della seconda sala, in particolare, troneggia il grande Trittico Stefaneschi di Giotto: è dipinto su entrambi i lati e porta il nome del cardinale che ne commissionò la realizzazione, per l'antica basilica di San Pietro. La terza sala espone capolavori di Beato Angelico (Madonna col Bambino), Benozzo Gozzoli (Madonna della Cintola) e Filippo Lippi, mentre la quarta è quasi interamente dedicata alle opere di Melozzo da Forlì. Si entra nel Rinascimento con i dipinti di Ercole de' Roberti, Niccolò di Liberatore (detto l'Alunno) e Carlo Crivelli. Opere di Perugino e Pinturicchio si ammirano nella settima sala, mentre l'ottava raccoglie uno straordinario nucleo di capolavori di Raffaello. Tra questi la Madonna di Foligno, la Trasfigurazione (l'ultima opera dell'artista) e i celebri arazzi tessuti a Bruxelles. La nona sala celebra il genio di Leonardo (San Girolamo) e di Giovanni Bellini (Compianto sul Cristo morto). L'itinerario prosegue attraverso le opere di Giulio Romano, Tiziano, Veronese, Federico Barocci, fino al Seicento, degnamente rappresentato da un capolavoro di Caravaggio (la Deposizione dalla croce, nella XII sala) e dalle tele di Guercino, Domenichino, Guido Reni, Pietro da Cortona, Nicolas Poussin. Di notevole interesse anche la XVII sala, dove sono riuniti i modelli preparatori per le sculture della Cattedra di San Pietro, eseguiti da Gian Lorenzo Bernini e aiuti.