Percorrendo la Statale 74 che attraversa la bassa Maremma ci si trova a un tratto dinanzi a uno sperone tufaceo a forma di mezzaluna, inciso e isolato da tre fiumi. In cima sorge Pitigliano, borgo medievale intatto da secoli, con le ultime case che sembrano una naturale continuazione della parete verticale di roccia. I primi a stanziarsi in questo luogo furono gli Etruschi, ma la leggenda racconta la rifondazione del paese da parte di due romani, Petilio e Celiano: dalla fusione dei loro nomi deriverebbe Pitigliano. Le suggestioni del centro e dei dintorni ne hanno fatto una meta celebre del turismo internazionale, certificata dalla sua inclusione fra i “Borghi più belli d'Italia”. Basta aggirarsi lungo il margine dello sperone per scoprire le vie cave, note anche come “tagliate”: una rete di cunicoli scavati nel tufo, e nel folto di una vegetazione tuttora lussureggiante, dagli Etruschi. Gallerie ricche di graffiti e testimonianze di culti ancestrali, che si intersecano con le necropoli del Parco archeologico a cielo aperto e con una serie di ambienti scavati in epoche successive dalla cosiddetta “civiltà del tufo”. Il nucleo medievale è un dedalo di vicoli tortuosi tanto stretti da essere praticabili solo a piedi, fra scalinate, archi, loggette e palazzi in bugnato rustico. Una matassa ingarbugliata tagliata da tre strade principali parallele, che a tratti si apre in piazzette ornate da fontane pittoresche. Vanto architettonico del luogo è il Palazzo Orsini. Le sue origini sono medievali ma nel Cinquecento l'architetto Antonio da Sangallo il Giovane la ricostruì completamente per farne la piazzaforte dei conti Orsini. L'ingresso al palazzo è in Piazza della Cittadella (oggi Piazza Garibaldi). Dall'elegante portale esterno è possibile raggiungere il cortile interno, ornato da un pozzo esagonale, per visitare poi le sale in cui sono allestiti ben due musei: il Museo Archeologico della Civiltà Etrusca (raccoglie reperti dalla necropoli di Poggio Buco) e il Museo Diocesano di Arte Sacra. La piazza alle spalle dell'edificio raggiunge il ciglio della rupe, riservando panorami spettacolari attraverso le poderose arcate dell'acquedotto mediceo. A spasso nel borgo, su via Zuccarelli, si incontrano i resti di un antico ghetto ebraico: in particolare il cimitero e la Sinagoga che conserva l'aspetto e gli arredi originari. Lasciata Pitigliano è quasi obbligata la tappa a Sorano, toccando il cinquecentesco Parco Orsini, dove fra gli alberi emergono statue, padiglioni e sedili scolpiti nel tufo. Sorano offre uno scenario analogo, con alte case-torre raccolte entro le mura, attorno alla gigantesca Rocca degli Orsini. La fortezza di Sorano, in buono stato di conservazione, è il migliore esempio di architettura militare rinascimentale in Maremma. L'itinerario fra le “città del tufo” può concludersi a Sovana (8km a nord-ovest di Pitigliano). Qui la rocca porta il nome degli Aldobrandeschi, che controllavano il territorio prima degli Orsini. Il crollo di molti edifici in tufo ha risparmiato la splendida Piazza del Pretorio, delimitata dal Palazzo Pretorio, dalla Loggia del Capitano e da altri edifici medievali. Da vedere anche la chiesetta di Santa Maria (del XII secolo) e il Duomo: sorge in fondo a un viale di cipressi e si distingue per il portale scolpito e per il suggestivo interno in cui elementi del Romanico lombardo si mescolano ai primi accenni del Gotico.