Nicciano, frazione di Piazza al Serchio, sorge sopra un colle che sovrasta San Michele, a sinistra del torrente Acquabianca ed alla base del monte Tea. L’abitato attuale riprende le linee di un castello fortificato con mura, che appartenne al Marchese Spinetta e che in seguito fu da lui venduto alla Repubblica di Firenze.
La chiesa romanica di San Matteo dopo che vi fu ucciso al suo interno il parroco, fu poi ribenedetta dal Cardinale Alessandro I Guidiccioni, Vescovo di Lucca, perché il Vescovo di Sarzana , che n'era il diretto Pastore, si trovava impedito dal compiere le cerimonie prescritte dai Canoni, a causa della peste che allora desolava quella città.
Nel 1603mentre le sorti dei Lucchesi sotto Castiglione non stavano andando bene, un corpo di milizie che stanziava in Lunigiana, comandato dal Capitano Jacopo Coreglino,assalì Cortia e quindi Nicciano e, dopo una breve resistenza dei Garfagnini, fece dare al sacco e alle fiamme i due paesi. Nicciano fu patria di A. Lemmi, conosciuto sotto il nome di Duca Tognone, il quale merita di essere ricordato per il suo animo e valore, in quanto fu un ardimentoso oppositore dei francesi e degli spagnoli, che dopo la capitolazione del 1704 avevano una guarnigione nella Provincia, e che lui costrinse a rifugiarsi nella fortezza di Montalfonso ostacolando la loro impresa, rinunziando alla impresa di invadere con le armi la parte superiore del paese.