La monumentale Piazza della Madonna, a Loreto, è dominata dalla facciata del Santuario della Santa Casa: una delle mete di pellegrinaggio più importanti per la religione cattolica. Costruito a partire dal Trecento, venne rafforzato con mura e bastioni assieme al borgo di Loreto per difendere la casa in cui, secondo la tradizione, Maria di Nazaret ricevette l'Annunciazione dall'Arcangelo Gabriele. Il miracolo della traslazione della Santa Casa sarebbe avvenuto il 10 dicembre del 1294. Il grande santuario-fortezza di Loreto, tuttavia, non è solo un luogo di fede. Infatti gli interventi architettonici avviati dopo il 1468 ne hanno fatto un monumento rinascimentale di notevole suggestione, frutto di una nutrita schiera di architetti e artisti. Fra questi Marino di Marco Cedrino, autore del primo progetto, Giuliano da Maiano, che innalzò il tamburo della possente cupola ottagonale, Giuliano da Sangallo (sua la volta della cupola), Baccio Pontelli (per i fianchi e le poderose absidi fortificate), Francesco di Giorgio Martini, Donato Bramante, Andrea Sansovino. Ad Antonio da Sangallo il Giovane, poi, si devono le mura urbane, mentre il raffinato campanile che svetta accanto alla facciata della basilica fu aggiunto attorno alla metà del Settecento da Luigi Vanvitelli. La stessa facciata, d'impronta tardo-rinascimentale, fu completata solo alla fine del Cinquecento e si presenta incastonata fra il Palazzo Apostolico (a sinistra e di fronte al santuario) e il Palazzo Illirico. Nella piazza spicca anche la fontana disegnata nel 1604 da Carlo Maderno e Giovanni Fontana e adornata con statue in bronzo di vari artisti. L'interno del tempio ha conservato il suo suggestivo profilo tardo-gotico. La Santa Casa di Maria è custodita sotto la cupola affrescata da Cesare Maccari nel 1907, ed è completamente racchiusa dallo splendido guscio marmoreo progettato dal Bramante e fittamente decorato con statue e rilievi di maestri del Cinquecento. Nel piccolo ambiente interno è posta la famosa statua in legno di cedro raffigurante la Vergine Lauretana: scolpita nel 1922, sostituisce l'originaria icona quattrocentesca distrutta da un incendio. Tre cappelle si aprono in ciascuno dei bracci del transetto e alle spalle del presbiterio. Ogni ambiente presenta affreschi e decorazioni realizzate in epoche differenti. Le opere più preziose si incontrano nella Sagrestia di San Marco (in fondo alla navata destra), la cui volta conserva gli affreschi di Melozzo da Forlì e Marco Palmezzano, nella Sagrestia di San Giovanni (nel transetto destro) con le pitture di Luca Signorelli, nella Sala del Tesoro (sul lato destro della basilica): qui le volte sono interamente coperte da meravigliosi affreschi del Pomarancio, che dipinse anche la pala della Crocifissione sull'altare. Il Tesoro della Santa Casa è attualmente esposto nel museo-pinacoteca allestito nel Palazzo Apostolico (iniziato dal Bramante e ultimato dal Vanvitelli). Oltre a pezzi d'alta oreficeria, ceramiche di Urbino e arazzi raffaelleschi, il museo vanta una eccezionale collezione di tele di Lorenzo Lotto e dipinti di Pomarancio, Federico Zuccari, Guido Reni, Giuseppe Maria Crespi, Sebastiano Conca.