Affondano nel V secolo a.C. le radici del cosiddetto Castello Aragonese di Ischia Ponte, la suggestiva cittadella fortificata che occupa un isolotto prospiciente la costa orientale dell'isola d'Ischia. Le prime fortificazioni, note come Castrum Gironis, risalgono infatti quasi certamente al 474a.C., quando, dopo la vittoria di Cuma sui Tirreni, i cumani ricompensarono il tiranno di Siracusa Gerone per l'aiuto militare, cedendogli tutta l'isola. Con l'arrivo dei Romani, che a Ischia fondarono la città di Aenaria, il fortilizio continuò a svolgere le sue funzioni difensive. Nel Medioevo, poi, fra invasioni barbariche, dominazioni normanne, sveve e angioine, molti abitanti di Aenaria si trasferirono progressivamente sull'isolotto, che offriva anche riparo dalla minaccia del Monte Trippodi (determinante fu la sua eruzione nel 1301). Solo sotto gli Aragonesi, nel XV secolo, la cittadella assunse la sua forma definitiva: Alfondo d'Aragona fece costruire le suggestive mura che si ergono sugli scogli dell'isolotto, difese da quattro torri angolari, trasformò il torrione angioino secondo il modello del Maschio Angioino di Napoli e aggiunse il ponte che tuttora collega la fortezza a Ischia. Alla fine del Cinquecento fra queste mura erano ospitate quasi 2000 famiglie, senza contare le tredici chiese, il convento delle Clarisse, l'abbazia dei monaci basiliani, il vescovado e il seminario. Il ruolo del Castello subì un drastico ridimensionamento dopo i bombardamenti a tappeto della flotta inglese, nel 1809: passato ai Borboni, divenne prigione politica fino all'Unità d'Italia. Oggi è affidato a privati che ne curano i restauri e la conservazione. La visita al complesso e al suo patrimonio storico, artistico e paesaggistico comincia percorrendo una suggestiva mulattiera che si arrampica fino al punto più alto della cittadella, dove sorge il maschio, con varie diramazioni che raggiungono gli edifici più importanti e i giardini della rocca. Il primo tratto della mulattiera sfrutta la galleria scavata dagli aragonesi nella roccia. In alternativa si può sfruttare l'ascensore che porta direttamente alla piazzetta, con la splendida terrazza panoramica affacciata sul borgo di Ischia Ponte e sulla Spiaggia dei Pescatori. Nei pressi si visitano le rovine della Cattedrale dell'Assunta, semidistrutta dal bombardamento (da vedere la cripta e gli affreschi di scuola giottesca). Qui si celebrarono, nel 1509, le nozze della poetessa Vittoria Colonna con Ferrante D'Avalos. Poi si sale verso le arcate ogivali del convento basiliano, verso la settecentesca ex chiesa dell'Immacolata (oggi ospita mostre) e l'annesso convento della Clarisse. Uno degli ambienti più suggestivi è il cimitero ipogeo delle monache in cui sono esposti gli scolatoi, ovvero i sedili in muratura dove erano deposti i corpi delle defunte prima di essere seppelliti. Infine, dopo una sosta sul belvedere del convento, si arriva alla chiesetta esagonale di San Pietro a Pantaniello (del Cinquecento) e ai piedi del Castello-prigione borbonica, attualmente non visitabile.