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Giovedì, 12/12/2024
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Ferrara: il Castello Estense


Nel cuore dell'incantevole centro storico medievale di Ferrara, città patrimonio dell'umanità per l'Unesco, sorge la mole poderosa del Castello Estense, simbolo a un tempo del capoluogo romagnolo e del suo periodo di massimo splendore: il Rinascimento. La sua storia non si discosta da quella di molte altre fortezze erette alla fine del Medioevo per volontà delle signorie locali. La costruzione del fiabesco castello ferrarese ebbe inizio infatti nel 1385, per volontà di Niccolò II d'Este, preoccupato dagli esiti di una rivolta popolare che aveva messo a repentaglio il dominio estense sulla città. L'edificio progettato da Bartolino da Novara, fra i massimi esperti di architetture militari del tempo, inglobò una rocca preesistente, la Torre dei Leoni, con una costruzione in pianta quadrata, al centro di un ampio anello d’acqua. Il “Castello di San Michele” è oggi l'unico in Europa ad essere ancora circondato da un fossato in uso. Bartolino munì la fortezza di articolate strutture difensive allestite non solo contro potenziali nemici esterni (di fatto il castello non dovette mai fronteggiare un invasione), ma anche contro i ferraresi. Per settant'anni l'edificio conservò il suo aspetto tetro e minaccioso, ospitando le milizie e le temutissime prigioni. Gradualmente, a partire dalla seconda metà del Quattrocento, gli Este commissionarono una serie di ristrutturazioni e ammodernamenti che avrebbero trasformato il castello in una residenza degna del casato. Un'ardita “via coperta” in muratura fu realizzata per collegare l'antica dimore estense con la fortezza, mentre all'interno alcune sale venivano adattate all'uso abitativo. Il ponte porticato che raggiungeva il Palazzo Ducale di Ercole I divenne, nel 1505, una vera e propria ala del palazzo stesso che assumeva ormai l'aspetto di un quartiere articolato tra edifici, cortili e strutture militari. Al di sopra del portico, il piano superiore era occupato dai “Camerini d'Alabastro”, l'appartamento costruito per Alfonso I che vi custodiva le sue collezioni d'arte e curiosità. Ma la trasformazione definitiva fu avviata dopo un incendio nel 1554 e un violento terremoto nel 1570: Ercole II incaricò Girolamo da Carpi di ingentilire gli esterni del castello, costruendo una serie di logge attorno alla vecchia Torre dei Leoni. Dalla Loggia dei Veleni alla raffinata Loggia degli Aranci, la corte estense aveva ora a disposizione una deliziosa passeggiata e balconi di marmo con vista sulla città e sul castello stesso, emblema del potere del Duca. Il cortile si adeguò allo stile rinascimentale e si ricoprì interamente di affreschi. Anche gli interni furono decorati con affreschi di pittori tardo-manieristi fra cui il Bastianino (al secolo Sebastiano Filippi). Purtroppo i fasti di Alfonso II, che ora poteva sfoggiare le elegantissime sale del suo appartamento privato, furono di breve durata: nel 1598 gli Este, privi di un erede legittimo riconosciuto, dovettero lasciare Ferrara e la città passò allo Stato Pontificio. Oggi la visita al Giardino pensile degli Aranci, situato al piano nobile nei pressi dell'elegante Loggia delle Duchesse, è uno dei momenti più emozionanti della visita al castello. Oltre alla funzione panoramica si comprende subito il suo ruolo centrale per la vita di corte, così come centrale era la sua posizione nella rete di aree verdi predisposte all'interno del quartiere estense. Affacciandosi al muretto merlato si può osservare tutto ciò che avviene nella strada sottostante senza essere visti. Una cinquantina sono le sale aperte al pubblico, grazie a un'accurata opera di restauro e valorizzazione della struttura. Fra queste gli ambienti dell'appartamento di Alfonso II, come la Sala dell'Aurora, la Saletta dei Giochi e il Salone dei Giochi. Un sottile filo conduttore unisce le decorazioni pittoriche di queste tre sale: dalla rappresentazione dello scorrere del tempo e delle parti del giorno, nella prima, all'avvicendarsi delle stagioni, nella seconda. Qui comincia anche la lunga teoria di giochi e discipline ginniche e marziali che si completa nel Salone in cui lavorarono, accanto al Bastianino, anche Ludovico Settevecchi e Leonardo da Brescia. Protagonisti dell'intero ciclo sono i putti, alle prese con attività agresti e creature fantastiche marine e terrestri. La Sala del Governo, centro del potere di Ercole II, conserva il suo pregevole soffitto a lacunari dorati e dipinti con figure mitologiche. All'epoca pontificia risalgono, invece, le decorazioni della Sala della Devoluzione, destinata a celebrare la gloria di papa Clemente VIII, e della Sala degli Stemmi, che presenta un doppio ordine iconografico: al livello superiore spiccano le insegne dei papi; più in basso sono posti gli stemmi dei legati pontifici avvicendatisi nel castello e alcune vedute del ferrarese (Comacchio, Lugo, Cento e l'Abbazia di Pomposa). Di notevole interesse è anche la Cappella di Renata di Francia, moglie di Ercole II. Le pareti di questo ambiente sono interamente rivestite da marmi policromi ma stupisce l'assenza di immagini sacre, in linea con i dettami del culto calvinista. Uno scenario di tutt'altro tenore è offerto dalle prigioni, da sempre ubicate nell'antica Torre dei Leoni. Queste celle non ospitarono mai detenuti comuni, ma personaggi di spicco, spesso accusati di reati politici e talvolta membri della famiglia estense. Una traccia delle loro vicende è rimasta nei graffiti tracciati sulle pareti. Storie quasi sempre chiuse da un epilogo tragico, come nel caso di Ugo d'Este, figlio illegittimo del marchese Nicolò III, e Parisina Malatesta, seconda moglie del marchese. I due giovani coetanei pagarono il loro amore con la decapitazione.

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