Luogo di villeggiatura prediletto da patrizi e imperatori romani, per l'incanto del paesaggio e gli stabilimenti termali, Baia si affaccia su una splendida insenatura al centro dei Campi Flegrei. I noti fenomeni bradisismici hanno provocato l'avanzamento della linea della costa. Per questo gran parte dei monumenti e delle sontuose residenze imperiali oggi giacciono sotto il pelo dell'acqua, a formare un suggestivo Parco Archeologico Sommerso che può essere visitato per mezzo di battelli dal fondo trasparente. In alternativa si possono effettuare immersioni guidate alla scoperta di strade, ville, mosaici e impianti termali della Baia sommersa. Sul promontorio che domina l'insediamento attuale, poi, sorge il Castello Aragonese fatto costruire da Alfonso II d'Aragona alla fine del Quattrocento, forse sui resti di una villa romana. Dal 1993 nella torre di nord-ovest del castello (detta Torre Tenaglia) è stato allestito il moderno Museo Archeologico dei Campi Flegrei, con il compito di raccogliere i tesori recuperati durante le campagne di scavo a Baia e nelle vicine Bacoli, Miseno e Pozzuoli. Il percorso di visita inizia dal “corpo della Mezzaluna”, dove sono esposti i calchi in gesso rinvenuti durante gli scavi delle Terme di Sosandra, a Baia. Si tratta di copie di statue greche come i Tirannicidi, le Amazzoni di Efeso e l'Apollo del Belvedere. Nel cortile che precede la torre sono disposti i basamenti marmorei di statue andate perdute, interessanti per il loro corredo di iscrizioni e bassorilievi. Le statue ornavano il Sacello degli Augustali di Miseno, l'edificio dedicato al culto imperiale. La struttura del Sacello è stata ricostruita nella prima sala della torre, con gli elementi architettonici e scultorei recuperati nel 1968 dall'antico foro di Miseno. Dietro il pronao tetrastilo sono state collocate le statue degli imperatori Tito e Vespasiano (originariamente poste nella cella del tempio) e la statua equestre di Domiziano. Al piano superiore, un allestimento suggestivo riproduce il celebre Ninfeo-Triclinio di Punta Epitaffio: un fastoso ambiente della villa dell'imperatore Claudio, destinato ai convivi, riaffiorato dalle acque di Baia nel 1969. Le prime statue a riemergere, ancora ritte nell'abside che chiude il ninfeo, furono quelle di Ulisse e del “compagno che regge un otre”. Entrambi sono ritratti nell'atto di mescere il vino a Polifemo. In seguito sono state recuperate altre statue di eccezionale pregio che occupavano le nicchie del ninfeo: Antonia Minore (madre di Claudio), due rappresentazioni di Dioniso e una statua di fanciulla raffigurante forse una figlia dell'imperatore morta in tenera età. La sezione più recente del museo raccoglie oggetti provenienti dagli ultimi scavi effettuati nella necropoli e nel Rione Terra di Pozzuoli. Fra questi notevoli sculture, corredi funerari e mosaici.