II toponimo «Solarussa» è tratto chiaramente dal colore del suolo delle sue campagne. Esso compare, per la prima volta nel sec.XII, e precisamente intorno al 1200, nel Condaghe di S. Maria di Bonarcado dove è citato «Solarussa» , cosi come si scrive oggi; ma vi si legge anche Solagrussa Solarusa; mentre nel Registro delle Decime della Santa Sede del sec. XIV il toponimo diviene Solarossa, Salarosa, Salarussa e, infine, sul finire del secolo XVIII diviene Solarossa. E' da rilevare che, proprio in prossimita del villaggio si trova una località detta ancor oggi «Terra arrubia» Terra-rossa, che è da ritenere abbia dato origine al toponimo del villaggio sin dall'antichità. Colorazione dovuta alla forte ferritizzazione dello stesso suolo. L' origine del toponimo è latino posto che solum russus o russeus, suolo rosso o rossiccio, lo troviamo in vari autori latini.
Solarussa è a nord-est di Oristano, dista dal capoluogo circa 11 Km, il paese sorge a qualche chilometro dal Tirso, nel Cuore del Campidano Maggiore, ha un altitudine di m. 12 ed una superficie di 3189 Ha, con una popolazione di circa 2500 abitanti. II suolo, come tutto quello del Campidano Maggiore è il piu fertile della Sardegna, costituito dai depositi humiferi del Tirso per uno spessore di circa due metri e piu. E' raggiungibile per mezzo della Ferrovia Statale di cui esiste la stazione a 300 metri dall'abitato.
I primi insediamenti umani risalgono al periodo prestorico, come dimostrato dai diversi resti nuragici presenti nel territorio. Certamente uno di questi era situato nella collinetta dove sorge attua lmente la chiesetta campestre di San Gregorio Magno. Nelle vicinanze della chiesetta di San Gregorio troviamo i resti del cosidetto putz'e angius, dove i romani stabilirono una "mansio" (stazione di sosta) che si trovava sulla stessa direzione dell'antica strada che congiungeva Tharros a Macopsissa (Macomer). Questa arteria di collegamento veniva chiamata via "Maxima" in periodo romano; "Sa ia Majore" in periodo giudicale; "strada Reale" nel periodo tardo spagnolo e piemontese. Di questa importantissima arteria di comunicazione e di commercio restano testimonianze anche nei toponimi di alcuni paesi Massama e Siamaggiore. Il Paese ebbe molta importanza anche in periodo giudicale. Infatti in data 11 gennaio 1388 fù sottoscritto il trattato di pace tra Eleonora d’arborea e Pietro IV d’Aragona.
Nell'abitato spiccano per il loro interesse la Chiesa Parrocchiale di San Pietro Apostolo (1830-1835); la Chiesa della Madonna delle Grazie, che è la più antica del paese; la Chiesetta campestre di San Gregorio Magno - (XIII sec.) Monumento nazionale, è senz'altro il massimo monumento stor Nel territorio circostante il paese troviamo la presenza di alcuni nuraghi tra cui spicca certamente quello di Pidighi nei cui pressi troviamo anche una fonte. Da diversi anni, come voluto dall'Amministrazione comunale, questa località è oggetto di campagne di scavo coordinati dall'archeologo Alessandro Usai della soprintendenza archeologica di Cagliari e Oristano.
FONTE: Comune di Solarussa