Incastonata fra il Parco Nazionale del Gran Paradiso e il Parco Naturale del Monte Avic, nel cuore selvaggio della Val D'Aosta, la Valle di Champorcher è un'oasi verdeggiante dal clima tipicamente alpino: rigido in inverno ma asciutto e temperato in estate. Il paese da cui prende il nome la vallata è circondato da prati e boschi di larici. Al centro dell'abitato, a 1427 metri d'altitudine, svetta la torre merlata chiamata Chateau, che sopravvive alle rovine di un antico castello. La valle di Champorcher è facilmente raggiungibile dall'autostrada A5 Torino-Milano: entrati in Valle d'Aosta, basta uscire a Pont-Saint-Martin e seguire le indicazioni per Aosta. Superato il forte di Bard, si attraversa il ponte sulla Dora Baltea e ci si trova già ad Hône, ai piedi della vallata. Tra Chateau e Chardonney, i visitatori possono usufruire di vari impianti sciistici e sportivi. Poco più avanti ci si addentra nella pineta che, d'estate, offre scorci incantevoli per passeggiate e pic-nic sulle sponde dell'Ayasse. In questa parte della valle, il torrente è particolarmente pescoso e ricco di trote, mentre d'inverno diventa parte delle piste di fondo della valle. Champorcher funge da punto di partenza per un vasto repertorio di itinerari ed escursioni da compiere a piedi, in bici o anche a cavallo. Una delle mete preferite dagli escursionisti è indubbiamente il vicino lago di Miserin, adagiato in quota (2560 metri) fra le cime di sei montagne: Rasciàs, Rosa dei Banchi, Punta d’Asgelas, Cima Peradzà, Bec Costazza e Truc del Lago. Nelle sue acque limpide color smeraldo si specchiano tutte le vette circostanti, spesso innevate fino a tarda primavera. Muoversi fra queste montagne può significare garantirsi il privilegio di avvistare un raro esemplare di stambecco, oppure camosci, marmotte, lepri e pernici. Per raggiungere il lago da Champorcher, in auto, bisogna percorrere la ripida strada che sale verso Dondena, seguendola fino al termine del tratto asfaltato. Anche sullo sterrato è possibile proseguire su quattro ruote (la strada è in buone condizioni) fino a raggiungere un'area pianeggiante. Qui ci si imbatte nelle rovine di un villaggio distrutto dai nazisti nel 1944, perché base partigiana, e nella casa di caccia reale prediletta da Vittorio Emanuele II. Nelle vicinanze è ubicato anche il rifugio Dondena, dove è possibile rifocillarsi al ritorno, nel caso in cui il rifugio sul Miserin sia chiuso. Lasciata l'auto nell'area di sosta, si imbocca a sinistra la strada che parte proprio in prossimità del parcheggio. Un ponte di legno permette di superare il torrente Ayasse, oltrepassato il quale ci si trova a dover scegliere fra due percorsi: la scorciatoia che passa fra le caratteristiche case dell'alpeggio o la strada che prosegue sulla sinistra, seguendo gli ampi tornanti dell'antica via di collegamento fra Champorcher a Cogne. Proseguendo nell'ascesa, il panorama si allarga progressivamente sull'intera vallata e sul villaggio di Chardonney. Di fronte, sullo sfondo, si ammira la cresta oltre la quale si apre la valle di Cogne, con il Colle Finestra in evidenza. Seguendo le indicazioni dell'Alta Via della Val d'Aosta n. 2 o quelle del sentiero 7b per il lago Miserin è possibile giungere senza particolari sforzi al Pian di Roche. In alto, sulla sinistra, una piccola costruzione in muratura si affaccia proprio sulla sponda del lago di Miserin. Bastano pochi tornanti in salita per raggiungerlo. La passeggiata, nel complesso, non dovrebbe durare più di due ore. Oltre al rifugio e alle cime innevate, nella conca si specchia il profilo del santuario della Madonna delle Nevi, costruito nel XVII secolo. Il 5 agosto di ogni anno, quando si celebra la festa della Madonna delle Nevi, una caratteristica processione sale da Champorcher al santuario, snodandosi fra gli alpeggi abitati. I fedeli che seguono la croce fino al lago adempiono un voto che risale al 1630, quando i pochi sopravvissuti alla peste fecero promessa di compiere ogni anno un pellegrinaggio di ringraziamento alla cappella della loro protettrice. Con le dovute precauzioni si può effettuare il giro del lago e apprezzare un paesaggio mutevole e quasi surreale, anche in virtù dell'altitudine superiore ai 2.500 metri. Non è remota l'eventualità di avvistare lo stambecco o l'aquila reale, che qui si muovono nel loro habitat preferito. Volendo proseguire l'escursione, è possibile inoltrarsi per un breve tratto verso il ghiacciaio della Rosa dei Banchi, seguendo, lungo la sponda sinistra del lago, una traccia evidente che sale gradatamente fino al pianoro ghiacciato. Al ritorno, la discesa a Dondena con lo stesso itinerario dell'andata è piacevole e veloce: in un'ora e mezza si torna al parcheggio.