Hiera per gli antichi greci, Malitimah per gli arabi, Marettimo per gli italiani. Fra le isole Egadi è la più distante dalla costa siciliana, ma anche la più alta e montuosa, con la cima di Pizzo Falcone che domina a quasi 700 metri sul pelo delle acque, circondata da un tappeto lussureggiante di vegetazione mediterranea. Pare che l'isola sia stata la prima a staccarsi dalla Sicilia, rispetto alle vicine Favignana e Levanzo: un evento che avrebbe consentito la conservazione di una flora in parte peculiare, estinta altrove. Ma il profumo più diffuso è senza dubbio quello del timo, che secondo alcuni avrebbe dato nome a questo paradiso naturale che si estende sopra e sotto la superficie del mare. Infatti a Marettimo convergono tanto gli irriducibili del birdwatching, speranzosi di avvistare una rarissima aquila del Bonelli, quanto i sub e gli appassionati di snorkeling, per i quali sono in serbo scenari sottomarini mozzafiato. Ai piedi delle falesie che precipitano da Pizzo Falcone, infatti, si nascondono immense pareti di gorgonie rosse, bianche e gialle, colonie di corallo nero (il “falso corallo”), distese di posidonia e spugne multicolori fra cui si muovono saraghi, orate, cernie, seppie, murene e tantissime altre specie ittiche. Merito della particolare posizione di Marettimo, che garantisce una forte esposizione alle correnti atlantiche e che, al riparo dal turismo massificato, ha conservato un mare limpido e cristallino nel quale la pesca è tuttora una risorsa su cui si può contare, nel rispetto della natura e, soprattutto, dei vincoli dettati dalla riserva marina che comprende l'intero arcipelago delle Egadi. Proprio la pesca è una delle numerose opportunità di svago che si offrono ai visitatori: in un'ora di aliscafo si raggiunge il paese di Marettimo dal porto di Trapani. Nel borgo, un piccolo agglomerato di dadi bianchi con porte e finestre del colore del mare, ci si può affidare a pescatori esperti che, con le loro motobarche attrezzate, garantiscono una giornata di totale relax e l'esperienza gratificante di mangiare il pesce freschissimo pescato con le proprie mani. Chi vuole semplicemente esplorare la costa, una sequenza ininterrotta di insenature, calette, grotte e minuscole spiagge, può rivolgersi alle aziende del posto che effettuano il tour dell'isola in barca, con soste negli angoli più suggestivi. Partendo dal paese, che si trova proprio al centro della costa orientale, si fa rotta verso nord e si costeggia quasi subito la Grotta del Cammello, un sistema di anfratti e gallerie a pelo d'acqua, che prende nome dalla forma evocativa di uno scoglio vicino. Le trasparenze del mare regalano riflessi oscillanti fra il celeste e lo smeraldo. Poco oltre si apre Cala Manione, che termina con uno spuntone roccioso collegato all'isola da una lingua di terra: è Punta Troia, sulla cui cima, alta più di cento metri, è appollaiato il castello fatto costruire da Ruggero II nel XII secolo, attorno a una più antica torre saracena. Le sue attuali sembianze si devono, però, alla ristrutturazione degli spagnoli nel Seicento. Circumnavigando il forte, si notano gli ingressi della Grotta del Tuono e della Grotta della Pipa (il nome allude appunto alla forma della cavità), quindi si tocca Punta Mugnone. È questa una delle mete predilette dai sub, per il passaggio di ricciole e tonni, per le folte colonie di saraghi fasciati e per il fascino dei fondali in cui si aprono un'infinità di tane e anfratti. Si arriva così alla meravigliosa Cala Bianca, chiusa da terra da pareti rocciose quasi a strapiombo, che lasciano spazio a una spiaggetta intima e silenziosa. Fra Cala Bianca a Punta Libeccio il paesaggio costiero cattura interamente l'attenzione: ai pendii coperti dalla macchia mediterranea si sostituiscono pareti verticali e torrioni che ricordano le Dolomiti, le “barranche”, in cui un mare apparentemente pacifico ha scavato cunicoli dalle forme suggestive. La più bella è la Grotta Perciata, ricca di stalattiti, ma altre soste si impongono in corrispondenza della Grotta del Presepio e di quella della Bombarda, dove il frastuono del mare si fa assordante nei giorni di tempesta. I fondali, subito profondi, sono popolati da murene, salpe e palamite. Non si escludono gli incontri con i delfini. Superato il faro di Punta Libeccio e la spiaggia di Cala Nera, l'ambiente marino cambia radicalmente: si incontra la Secca del Cretazzo, dove i fondali non superano i due metri di profondità fino a cento metri dalla costa, che ora appare bassa e mista. Appena la profondità dell'acqua aumenta, nel regno della posidonia, è consigliabile un'immersione fra cernie, seppie, corvine e castagnole. L'ambiente marino resta particolarmente ricco fino all'estremità meridionale di Punta Bassana, dove i fondali toccano i 50 metri. Si torna quindi a risalire la costa est, verso il centro abitato, non prima di aver costeggiato Cala Marino, dove le pareti rocciose interne fanno da cornice ad alcune piccole spiagge. Da segnalare, infine, che il paese di Marettimo è il punto di partenza ideale anche per escursioni nell'entroterra: fra i vari percorsi di trekking che tagliano le pendici della montagna e raggiungono la costa, i più interessanti sono il sentiero che porta alla rupe di Punta Troia e quello che sale al pianoro delle “Case Romane”, dove si contemplano i resti di antichissime fortificazioni romane, godendo di un panorama impagabile.